6 marzo la situazione.
Mi piacerebbe nascere tra 100 anni…
Una figlia di nome Speranza.
"Secondo la leggenda di Pandora , principessa dell'antica Grecia, i suoi dei le
regalarono una misteriosa scatola di gelosia per la sua bellezza. Ma
l'avevano avvertita di non aprire mai la scatola. Un giorno, Pandora non
sopportava la tentazione e fu sopraffatta dalla sua curiosità di vedere cosa
c'era dentro la scatola, perse il suo autocontrollo e aprì il
coperchio. Quindi le grandi tribolazioni della fame, della malattia e della
follia furono rilasciate al mondo in modo incontrollabile. Con l'aiuto di
un dio, Pandora chiuse la scatola e continuò a contenere l'unico antidoto che
rese insopportabile la sofferenza umana: la speranza.".
Stiamo vivendo questa emozione, questa uscita emotiva positiva
in relazione agli eventi attuali legati alle nostre vite nella perseveranza di
credere che il vaccino diventerà realtà a presto. Pur guardando le molte cose
opposte che accadono in questo momento siamo sicuri che qualcuno vuole fare qualcosa, stiamo
vivendo questo processo
emotivo.
La speranza è che questa crisi sia di passaggio veloce, che la vaccinazione sia pronta a salvare, è per alcuni a mantenere la stabilità
attuale nella sua immodificabile struttura, superficiale è conveniente.
Ora è divenuta socialmente di rilevanza politica questa sperata vaccinazione.
Trascorrono questi giorni, pieni di contradizioni, nella
speranza alcuni cercano di ridisegnare secondo interesse la società decidendo
per la propria gente se conviene non far niente, poco o molto, l’opportunismo.
Lo spostamento del lavoro, dello studio, da centri di
raccolta alla “decontrazione” digitale, lo spostamento di lavoratori e studenti nelle proprie case modificando
la stessa architettura.
Il lavoro amanuense si sposta e il bisogno di una
classe operaia s’indirizza alla robotica.
I primi problemi si potranno vedere e sono già
visibili sull’aumento del consumo energetico che avrà la sua evidenza se un’estate
caldo ci avvolgerà, mentre il
potere letale del Coronavirus elude
ancora gli esperti di malattie.
La natura ci ha presentato il conto, per non pagarlo si
sta discutendo di chi sia la colpa e chi debba pagarlo.
Nella fatalità non potevamo pretendere di più che
avere un ministro della salute che si chiama “Speranza”.