Lontani sono i tempi dalla Cigliola o di Caterina Caselli o di
Modugno, dove vendita della nostra musica all'estero rimpinguava lautamente le
casse dello Stato Italiano.
Oggi San Remo è una vecchia corazzata superata, finita, terminata. Eppure la RAI con i soldi della gente,
sfruttata e obbligata, tramite quella ignominia del canone RAI, sostiene e prolunga la sua navigazione in un
mare chiuso su se stesso, quasi
inutile anche agli stessi artisti obbligati con target non pensanti, obsoleti e vuoti.
Ormai ben lontana dalla realtà
di un sistema che si evolve, San Remo è diventata la rappresentazione della
decadenza Italiana, presentato da personaggi anch'essi decadenti che dovrebbero comprendere
il perché del loro “successo” in questa specie di girone chiuso e da
soli e comprendere quale squallida realtà di potere rappresentano.
San Remo tanto anni fa è
stato ideato da un gruppo d’imprenditori intraprendenti che lo pensarono come
mezzo di supporto al business in quei tempo già costretto in maglie
pubblicitarie condizionate dal potere politico, oggi non rappresenta che il potere politico della RAI.
La Rai ha imperato su questa manifestazione merito al monopolio delle
trasmissioni, il popolo Italiano ha avuto la sola scelta di “mangiare questa minestra o saltare
dalla finestra” con l’obbligata accettazione,
ora questo è finito e la gente libera se
ne è andata e sempre quelli che restano sono le vittime della RAI.
In questo lungo periodo, che poteva essere culturalmente
evolutivo, la cecità di una classe dirigente non è stata capace di educare la
gente alla comprensione della musica, al suo piacere e all'aiuto che può dare nel
miglioramento della qualità della vita, ma è stata capace solo dello
sfruttamento delle tempeste ormonali dei giovani culturalmente limitati bloccando anche il business nazionale e internazionale!