Guerra,
il terrore di Parigi è la rappresentazione di un nuova ma
collaudata strategia militare, che ha origini lontane e compete sempre più con la strategia dello
schieramento, attualmente favorita nelle ultime guerre.
I simboli che sono stati attaccati sono quelli psicologicamente
sensibili per la cultura europea, vediamo i luoghi:
Il Calcio: vicino ad un McDonald's fuori dallo Stadio a
Saint Denis , accanto dove si svolgeva l’amichevole Francia/Germania presente
Holland , e nella vicina Rue
Jules-Rimet, via dedicata ad un dirigente sportivo francese.
La Musica: al
Bataclan, storico locale, per concerti rock e pop, spettacoli comici, serate
disco e di café-théâtre, in quella sera suonava un gruppo rock.
Edilizia sociale: . Rue de Charonne esempio di ristrutturazione sociale dive
molti artigiani e lavoratori hanno la loro officina e le loro abitazioni.
Cucina ristorazione: Rue Bichat un ristorante cambogiano il
"Petite Camdodge", un ristorante giapponese a Rue de Charonne , e una pizzeria “ Casa Nostra" a Rue Fontaine,
Filosofia e politica: Il più significativo e stato quello al Boulevard Voltaire, dove il
9 gennaio si dipanò la grande marcia in risposta agli attentati contro Charlie
Hebdo' di due giorni prima, un terrorista si é fatto saltare in aria.
I terroristi sono di nazionalità francese, la giustificazione della conseguenza della loro emarginazione non pare sufficiente a motivare una strage così ben indirizzata, ma certamente erano persone con le quali era indispensabile vivere ogni
giorno, da non discriminare, ne stigmatizzare secondo la buona preposizione del "vivere
insieme" ormai divenuta un vacillare idilliaco, ‘caduta a pezzi, sbriciolata. Tutta questa decadenza
ha dei valori invertiti dove il male diventa bene in nome di un dogma che ha
trasformato il “vivere insieme” in un "morire insieme" e questi terroristi certamente conoscevano il pensiero di Voltaire.
Chi era Voltaire?
Oltre ad esser stato per tre volte primo ministro di Francia, è un grande Illuminista.

La cosa ancora più assurda è che spesso le guerre vengono fatte nel
nome di Dio e a causa delle religioni e ogni "capo assassino" fa
benedire le sue bandiere prima di andare a sterminare il prossimo". Da: GUERRA
di Voltaire, dal Dizionario filosofico, 1764.
Dal Dizionario Filosofico Votaire possiamo già cogliere alcuni degli aspetti
della guerra e comprendere le riflessioni fornite dalla sociologia e la
strategia, che vedono la guerra quale azione gravida di disastrose conseguenze
e risultato della volontà deliberata dei soggetti implicati, e come alcuni filosofi che hanno cercato di
decifrare essenza e fine della guerra come analisi, potremo meglio comprendere
la varietà del fenomeno guerra. Tuttavia, la definizione di guerra offerta da
Voltaire non soddisfa interamente, anche perché pur mantenendo i canoni sempre
validi poiché universali, l’evoluzione quale scienza, ha conferito un'altra
prospettiva che riesce ad identificare nella stessa evoluzione multiculturale, nella biodiversità, la sopravvivenza stessa delle varie specie, inclusa quella umana è un'altra variabile da considerare.
Anche se prendiamo in considerazione antropologi come
William Ury che opera da oltre trent’anni come consulente e mediatore in ambito
aziendale e politico. Autorità mondiale nel campo della negoziazione, il
quale ha mediato in conflitti che vanno
dal campo politico (tra Stati) fondatore
del International Negotiation Network, e che ha
svolto la sua attività per il governo Sovietico e Usa, e consulente per il Management Crisis Center
(Centro Di Gestione della Crisi) presso la Casa Bianca, non riusciamo a vedere
la possibilità di pace a meno che una delle parti non rinunci a una delle
intenzioni evolutive che essenzialmente contrappongono la Democrazia alla Teocrazia .
Infatti in questo conflitto vi sono in discussione solo
questione economiche e stili di vita, ma vengono messe in discussione posizioni
assolutiste che non lasciano spazi ad altre filosofie.
Ci ritroviamo in un contrasto tra religioni monocratiche le
quali potrebbero trovare un compromesso negoziale tra di loro al fine di far
cessare questa motivazione del conflitto ma non vogliono poiché a tutti gli
effetti sono indivisibilmente alleati contro una qualsiasi ragione esterna al
loro Credo e rappresentano modelli di società diversi ma comuni per ognuno di
loro con interessi economici di parte strutturati nei secoli.


Ecco ci troviamo sempre davanti ad un Dio buono per alcuni e
cattivo per altri o viceversa.
Se riflettiamo è nostra opinione che si sia voluto con questo atto di guerra minacciare uno stile di vita, la guerra comporta quasi sempre lo scopo di salvaguardare o migliorare un tenore di vita minacciato oltre a imporre una mortale forma di competizione per accaparrarsi delle risorse limitate.
SAPERE AUDE!