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Il segreto della felicità è la libertà. Il segreto della libertà è il coraggio. "- Tucidide. Θουκυδίδης, Thūkydídēs -Atene,ca. a.C. 460 a.C.- dopo il 440 a.C. -

dal 1764 voce illuminista a Milano.
sinossi viva

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6 maggio 2019

il Caffè è una voce di Milano,

Il Caffè è una voce di Milano, persa per le strade tra i vicoli chiari o scuri, tra le altre voci .
Voce che narra, per alcuni fastidiosa, a volte oltraggiosa e irritante sempre o almeno cerca di esserlo aperta a 360°

Una voce dimenticata, quasi trasposizione dell urlo di Munk tra i mille sguardi, sopportata  sinché non tocca le corde del potere, nel loro, loro alto troneggiare nella paura che si scatenino nella loro consolidata e silenziosa guerra del contro,  nella loro ragione.  
Mostrarondo i loro potenti mezzi la loro burocrazia, giustificando la loro  autodifesa e nell'ambiguità,  si presentano nel giusto, nel bene, nel loro bene imposto nella loro ragione travestita di  bene comune in regole a se destinate, assolutismo; proprio quello osteggiato, criticato e maledetto dal Il Caffe.

Il martirio del sapere, degli ultimi lumi, è in crescendo. 
Qualcuno sui social a ragione del "Trono di spade" ha scritto: " la lotta tra la luce l'oscurità non è una favola esiste" . Alcuni vorrebbero che fosse "Pane e sale" 

"pane, sale e caffè" 
Milano è la nostra origine geopolitica,  ha  la visione in  modo ampio, multistrato. Il Caffè ha sempre cercato di essere, illuminare con le poche e fragili  ragioni del sapere concesso il percorso,  con una torcia, una candela o con una pila  a batteria, che  erge  l'origine nella nostra storia, il Volta famoso nel diciannovesimo secolo per averla  inventata.

La questione più che ci rode dentro, deludente globale e armeggia è il propagandato ostentato successo dell'esposizione universale 2015, quella sulla alimentazione sulla fame nel mondo. 

Milano non è stata all'altezza di così ampio tema pensiero;  riteniamo, siamo fermamente convinti che sia stato un esagerato fallimento, solo il successo di quella obsoleta burocrazia dominante.

Politicamente possiamo  comprendere, anche la politica non è libera e quel che ha potuto fare lo ha fatto, ciò non toglie che è stato ed è un enorme fallimento che peserà sulle sorti future, l'inacidita nel gestire questo evento a 360*. 

Forse... sono mancati gli eroi?. per la buona riuscita dell'EXPO della fame? 
Gli eroi  che erano sorti strada facendo, sono stati esclusi, altri eroi non credono più hanno perso ogni speranza. 

La lezione universale è stata:  intanto mangiamo, per quanto riguarda gli altri se qualche cosa cade dalla tavola, chi lo raccoglie è stato invitato, il resto paga e tace.

L'ultima fabbrica di eroi,  di Supereroi, è  in programmazione sui vari schermi, approvata trasversalmente in tutto il mondo pseudo globalizzato,  perchè tutti ne hanno bisogno   La questione dell'eroismo   sul tema narrativo lo  possiamo confrontare all'occasione con  l' Eroica, di ampia diffusione,  di Beethoven , Sinfonia n. 3 "Eroica" – sinfonia n. 3 di Beethoven, in Mi bemolle maggiore op. 55, detta Eroica 
Il Beethoven per Napoleone,  almeno così la propaganda  originariamente, presentata per  l'ammirazione di  Beethoven  a  Napoleone. Si  mormora però,  che il buon grande Napoleone  diventato l'imperatore, con rabbia non vide il suo nome e, nel  leggere "in onore di un eroe." , " Hero Symphony ", in  Italiano deriva da questo   Eroica  , e il leone selvaggio Bonaparte s'incazzo di brutto  "che bella lezione storica a 360*!."

L'aria intanto è sempre meno disponibile, leva al fulcro, il denaro aria che lentamente  si leva da uno per dare più aria a altri, a cui gli si sta levando l'aria, aria condizionata da sempre. 
La  lotta è per non soffocare, nell'architettura eroica del costruisci l'eroe. I veri eroi scomodi ai media sono quelle persone che si sorgono la mattina con il terrore del pane, del tetto, obbligati a chiedere per essere meglio incatenati.
Da tempo questo motivo è nell'aria, sconfessato,  negato, in quello semplice  storico e comodo del matto,  il savio che è solo ..BUROCRAZIA!. Ormai potere latente. schizofrenia nel che IA o qualche robot li sostituisca dal loro privilegiato ruolo.
Prossime vittime in sistemi che non li assicurarono,  sono i costosi burocrati, ma almeno a loro aria abbondante è ancora garantita sempre se la sanno togliere ad altri, poi  Il signor NO veglia su loro.
Narrazioni  come queste potrebbero essere indicate come a  minare le istituzione, anarchia, blasfemia,  che le ire del signore gli  si scaglino contro...  Invece sono solo un cammino 
Caro  GRRM di eroi ne abbiamo fin troppi  ben pagati, è importante educare divertendosi, vera  scuola di vita,  non come in quei film Sovietici, noiosi e pesanti, dove ci si poteva domandare se valesse la peno di fare l'eroe.

Quello che conduce verso l'eroismo è la fame, la sete, cibo,  bere, spirito, amare, sapere, avere,  potere, conquista, e altri  bisogni, istinti così naturali che ci par ovvio tralasciare.
Nulla di eroico nel il Caffè, solo scarsamente illuminato,  bisogno di partecipare, fame del sapere, tipico della non passività tanto amata da alcuni poteri. 

Il Caffè non si sente moralmente obbligato il gioco delle 10 carte. 
Lo conoscete? E' quello più giocato anche da IA (intelligenza artificiale).
Ogni potere ha bisogno dei suoi eroi,  al potere mancano sempre più le motivazioni e ha, ha, bisogno di eroi a basso costo, certo che non lo disturbino troppo, nel caso esiste sempre il gioco "a guida sicura!  nel gioco delle 10 carte. 


"-Vuoi  dal dal 10 al 5 o dal 5 al 1?. -
- Scelgo dal 5 al 10 -
-Bene, dal 5 all'8 o dal 8 al 10?-
-Dal 5 all' 8 -
-Bene, dal  ecludiamo l'8 perchè comune, scegli il 5 oppure il 6?-
- Il 5-
- Bene rimane il 6 ecco quello che sei! -

Un po come il bianco o il nero, insomma chi conduce o s'immagina di condurre il banco vince anche con il trucco l'inganno, o vorrebbe vincere sempre, sempre.

A prescindere dell scelte,  l'eroe serve a tutti, femmina o gay  o uomo; al sistema servono  eroi per conquistare o sopravvivere.

Noi siamo esploratori non conquistatori quello che vediamo lo comunichiamo a 360°, osservatori a volte ignoranti, limitati dalla  non trasparenza, nella non conoscenza, viviamo sinché ci lasciano sopravvivere, e nel timore,  motivati da quella fame comune a tutti gli uomini e che Milano nell' EXPO 2015 non ha saputo elementarmente universalmente far conoscere.

Ma  tutto questo non bisognerebbe dirlo è disfattismo, è il male.


"Che Dio non  tolga la fame! "...