Notte agitata e il corvo gracchia all'alba.
L'italia sonnecchiando prosegue nella sua onirica comunicazione alla gente in un galoppare di inutilità, tali da sembrare il lamento fatto dal Papa a capo scoperto affinché il signore conceda un po di gioia.Giusta richiesta dopo che, da secoli la gioia è stata solo del signore mentre l'eroico sacrificio martirio della gente è regnato al di sopra di papaline oscure.
Il primo sguardo cade sulla guerra di Siria, nel contrasto delle voci emerge ancora la chimica emozionalmente ematica di un susseguirsi di verità contrapponibili nella comune sofferenza. La bella Siria dalla terra rossa, persa in se stessa storia guardando il futuro.
Poi correndo nel seminato del " mare nostrum" la Turchia, come donna bellissima gioca le sue grazie tra Cipro e la Grecia portando al desco una Macedonia di frutta in scatola, al posto di offrici i freschi frutti della sua terra e, ora Israele con Gaza e i suoi giacimenti di Gas incrociati. Matassa, garbuglio, sempre più difficile da comprendere se non convinti della giusta parte.
La coscienza del mondo, in alta pressione ci offre il rimedio medicamentoso della solita inevitabile pastiglia di "calcio antagonista", che di solito funziona, ma la pressione alta questa volta, pare difficile da curare per prevenire l' infarto della guerra.
Aspettiamo che Luglio arrivi, con l'incontro tra Il sig. Puttin e il Sig. Trump, coincidente alla fine di questa Coppa del Mondo che ci lascia imbecilli, nella nostra tifosa disambiguazione (WDS), mentre è studio trasparente di analisi per altri, che guardano anch'essi dalla cima del Olimpo.
Ecco la gioia rompe da Zefiro o Espero, che dir si voglia, mentre i pesci cantano sul fondo del Sand Crekk.
Scorre verso un mare di angoscia, coperto dal piacere lasciato da insaziabili individui, passa letto, trucco di un capitolino cavallo di Troia zoppo, compromesso, opportunista di potere, per confinarsi in orge, ora sminuiti party hot, con con fragili fanciulle escort spinte dal vento del sopravvivere nell' immaginario, distribuito e benedetto e, si va riempiendo con schermi colmi di illusione e speranza brevettata, da attenti conoscitori della avidità, debolezze umane e mistiche, inutili ragioni, lasciano scuola al ripagar dello stesso soldo, in un rossetto di Channel.
Traccia conviviale all'arroganza del essere superiori padroni e signori di una terra di tutti confinata, lascia alla ragione del confronto di un studio imploso su se stesso, l' incoerenza dimenticato onore nella opportunità del vivere, un pennacchio rosso blu, tronfio di se, perso nel suo voler essere della sua cieca carriera, inconscio delle disabilità cognitive, gran divisa di panno turchino scuro e sciabola, dimenticata in qualche armadio verso il furbo nulla, compromesso.
Il mare lascia le sue navi al ricambio di pezzi mancanti, mentre si sazia in porti viziati dall'ingrigita ingorda avidità dell'oro, affama l'ultimo scoglio a difesa.
Clepto-potere di anime e di soldi, che ha dimenticando la storia nel suo ritornare insegnando, sdraiandola in comodo letto a soddisfare i bisogni del signore già soddisfatto tra le gambe di lei, come ius primae noctis diventata turno per i suoi Bravi,
nave scuola che naviga ridendo, mentre dovrebbe ritirasi in secca per il rafting e non lasciare che sue vele, soffici capelli di seta di un amore sognato, si trasformano in fili di Drakon, quando per il lifting del momento già scorso.
Stelle scoperte di un universo in divenire di passioni emotive, cognitive e cerebrali umane.
f,to
L'uccelin che vien
dal mare